Di seguito riportiamo il testo dell’intervento di Padre Paschal Mutegaya, nostro referente in Tanzania, al “Convegno Ricerca e Cooperazione, Esperienze Africane” che si è svolto oggi all’Università di Cagliari.
“La cultura bantu sub-sahariana condivide la lingua, la cultura, l’arte, la tradizione (orale) ma anche il colonialismo e la schiavitù. Nel ’60 finisce il colonialismo ma ne rimangono inesorabili gli effetti. Nel racconto della tradizione tanzanese il muzungu viene visto in due modi, il dominatore frutto del colonialismo ma anche il ricco che porta speranza. Due visioni diverse e presenti allo stesso tempo. Bhalobasa viene visto come un bianco che arriva. Quando arriva un bianco può essere collocato in una delle due categorie, dominatore o portatore di speranza. Da come ti presenti vieni subito classificato. Bhalobasa arriva e ti chiede come ti chiami, vuole mangiare, vestire, parlare, ballare come fai te africano. Questa cosa dà subito speranza. Bhalobasa non ha soluzioni ma si mette insieme a te africano a trovarne. Bhalobasa non dice che la cultura africana è sbagliata(colonialismo). Bhalobasa arriva e valorizza la cultura che trova, non corregge la cultura che trova, ascolta. Chiama per nome. Bhalobasa come nel vangelo di Giovanni dice “venite e vedete”, non ha soluzioni, ma va a vedere. Bhalobasa parla con l’idea cinese che insegna a pescare, non dá il pesce. Bhalobasa trova una soluzione insieme all’africano e poi lascia l’africano libero di attuarla. Si fida dell’africano.
Nella salute interviene non portando solo medicinali, ma creando una rete di risorse.
Col SAD combatte l’idea di muzungu che salva l’Africa e di muzungu come bianco che proviene da una terra paradisiaca dove sognare di andare. Il sistema SAD dice all’Africa “yes you can!”, con le tue risorse con le tue forze con la tua capacità. Con il SAD il Bhalo dice all’Africa: puoi sognare un futuro migliore per la tua terra e nella tua terra!
Il sistema Bhalobasa ridá speranza all’Africa!