di Miria Fulceri, Silvia Marini
Nelle antiche strade di Sarajevo si trova un museo molto particolare: il Museo dell’infanzia in guerra, che racconta la guerra dal punto di vista dei bambini.
È un museo storico, che raccoglie i ricordi dei bambini cresciuti durante la guerra in Bosnia, e li affida ad oggetti dal forte impatto emotivo.
Entriamo. Ci accolgono volti sorridenti e amichevoli.
Siamo preparati a provare emozione e commozione ma non immaginiamo fino a quale punto…
Scopriamo che Jasminko Halilovic, il fondatore del museo, bambino durante la guerra, ha chiesto ad altri bambini di raccontare la loro esperienza di guerra, presentando un oggetto che la rappresenti. Ha poi custodito ogni oggetto raccolto, in una teca di vetro.
Così i ricordi prendono forma e colore.
Diventano un’altalena costruita dal nonno per alleviare sconforto e paura,
Il portafogli rosa della nonna, ritrovato nella casa distrutta,
Il disco dei Beatles comprato con i soldi destinati al pane,
la bicicletta dai pedali alati, che ha permesso la fuga dai cecchini,
la coperta azzurra preparata per un corredo che non fu mai consegnato alla sposa,
e tanti altri ancora…
Facciamo fatica ad ascoltare quegli oggetti parlanti, combattiamo con le lacrime, pensiamo alle guerre passate e alle presenti, le vediamo attraverso gli occhi dei bambini che avremmo dovuto proteggere e siamo grati alla vita che ci ha condotto in questo angolo di mondo, per le antiche strade di Sarajevo.