Esprimiamo tutta la nostra solidarietà, rinnovando la nostra vicinanza e la nostra stima, a Don Luigi Ciotti, per gli attacchi e le offese subiti dal Ministro Matteo Salvini.
Don Ciotti, fondatore di Libera, ha speso la vita per la giustizia, contro le mafie, per il bene comune, per gli altri.
Basti ricordare che Libera si è costituita come parte civile in 76 processi alle mafie, ha la gestione di 991 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e avuti in concessione dagli Enti locali in 359 comuni di 18 regioni.
E basti ricordare, a conferma del fortissimo fastidio che ogni azione di Ciotti ha provocato per i padrini, la frase che Totò Riina pronunciò nel 2013, intercettato nel carcere di Opera, al boss pugliese Alberto Lorusso: “Ciotti putissimo pure ammazzarlo.”
Nonostante questo, invece di tutelarlo come uomo, purtroppo costantemente esposto, un Ministro della Repubblica ha deciso di attaccarlo, a proposito delle frasi sul Ponte sullo Stretto di Messina. Salvini avrebbe potuto dire che la pensa diversamente, argomentando, in una normale dialettica, ma ha, invece, scelto di offendere pesantemente don Ciotti, arrivando a dire che “se espatria fa un favore a tutti”. E non solo. Una cosa estremamente grave e del tutto paradossale.
Le istituzioni dovrebbero proteggere sempre uomini come Ciotti, creare intorno a loro un cordone di sicurezza e di appoggio, non certo indebolirli approfittando della propria visibilità e posizione. È un controsenso davvero pericoloso.
Perché se Ciotti facesse quello che ha espresso il Ministro il favore lo farebbe solo a tutti i mafiosi contro cui si è battuto, con nomi, cognomi e fatti. Senza sosta.
Non lo farebbe, certo, a tutti coloro che difendono la giustizia e alle persone in pericolo costante, a rischio della vita, minacciati, ogni giorno.
Come organizzazione di volontariato, a difesa delle persone più deboli e private dei diritti, con la giustizia come valore più importante da perseguire nei nostri interventi e progetti, chiediamo a gran voce che i Ministri, il Governo, gli enti, le istituzioni tutte, continuino a fare quello a cui sono chiamati: difendere e tutelare in ogni modo chi per la giustizia si batte strenuamente.
Non si lasciano soli coloro che lo fanno, tutt’altro! Figuriamoci poi metterli sotto attacco.
“Occorre provare il sentimento di giustizia ossia quel sentire sulla pelle le ferite degli altri che impedisce l’indifferenza, il giudizio e il pregiudizio. E che ti fa sentire ogni forma di vita degna della massima cura”.
Don Luigi Ciotti