di Gianmarco Braccini
“Ciccio, hai studiato? L’hai fatta la lezione? Com’è andata a scuola oggi?”
Le risposte sono: “Sì sì, bene”. Sempre. Quante volte ho detto ai mie figli queste frasi, ottenendo sempre le stesse risposte. Sembrava che la scuola fosse un problema mio più che loro… Andavano perche dovevano…
Qui a Calcutta la situazione è un po’ differente, con Bhalobasa abbiamo visitato molte scuole, addirittura ne abbiamo inaugurata una, la S. Cecialia’s school finanziata per l’ 80%, i sostegni a distanza sono più di 1000, circa 120 euro l’anno che permettono a questi bambini di frequentare un anno di scuola.
Le scuole in India sono di tre tipi, quelle statali, in bengoli o in lingua locale, quelle “Medium English” dove tutte le materie sono insegnate in inglese e sono private, le “Unconventional schools” che sono scuole dove si insegna ai bambini più disagiati. In Italia le chiameremo scuole di strada, si fanno ripetizioni e si insegna l’inglese.
Il rapporto con lo studio è molto diverso qui rispetto a casa nostra. Quando si arriva, prima di entrare, ci si toglie le scarpe. Un gesto strano per noi, ma qui è un segno di rispetto per dove stiamo andando. Si tolgono nelle case, nelle chiese, nelle scuole. Si entra a piedi nudi in un luogo sacro. La scuola è un luogo sacro, si lascia fuori lo sporco del mondo, la vita caotica dello slum, il suono assordante della strada e si entra nel tempio del sapere. Ci accolgono i bambini da 3 a 16 anni, a volte anche più piccoli, tutti seduti su un telo di plastica, nelle unconventional schools i banchi non ci sono, su questo telo si gioca, si studia, si mangia, ci si prepara alla vita. Ci fanno un “program”, noi diremmo una recita. Poesie, canti, balli…. In inglese, tutto in inglese, i ragazzi dello slum parlano inglese, in un paese con 18 lingue ufficiali e non so quanti dialetti, alcuni neanche scritti, parlano inglese. L’unica lingua che può unire tutti i dialetti e far fare un salto di qualità alla loro vita è l’inglese e loro lo sanno. È meraviglioso e stupefacente!
Poi si presentano ci dicono l’età e cosa vogliono fare da grandi. La scuola cambia davvero la vita… Ci credono veramente! L’ultimo ci ha detto “I want become a doctor!” Voglio diventare un medico… Coraggio, con la tua volontà ce la puoi fare.