L’associazione Bhalobasa, grazie a Gariwo Onlus, ha aderito al Comitato 6 marzo, per celebrare e ricordare la Seconda Giornata Europea dei Giusti.
Il nostro Paese è riuscito a ottenere, il 10 maggio 2012, dal Parlamento europeo una ricorrenza di straordinaria valore morale: la Giornata Europea dei Giusti che sarà celebrata il 6 marzo di ogni anno. Per la prima volta il concetto di Giusto è diventato patrimonio dell’umanità. Non è più, infatti, circoscritto alla Shoah, e non indica più soltanto gli uomini non ebrei andati in soccorso agli ebrei, ma definisce tutti coloro che si sono prodigati, durante genocidi e totalitarismi, per difendere la dignità umana.
Per la prima volta il concetto di bene, inteso come valore laico, è entrato nella discussione pubblica. Il significato di questa decisione del Parlamento di Strasburgo richiama uno degli elementi fondanti della cultura europea (e del nostro agire): il valore dell’individuo e della responsabilità personale.
Grazie a questa Giornata ricordiamo il sacrificio personale di tanti uomini giusti, spesso anonimi, che hanno salvato vite umane durante le persecuzioni e che nei totalitarismi hanno difeso con la loro coscienza il valore della dignità umana.
Valorizziamo esempi positivi che permettono alle giovani generazioni di guardare con speranza e fiducia al futuro. Se durante i momenti più bui della nostra storia ci sono stati uomini che hanno sentito il richiamo della coscienza e non si sono fatti omologare, significa che l’essere umano ha sempre dentro di sé una bussola che lo può spingere a discernere il bene dal male, a sentire il richiamo dell’altro uomo, ad assumersi una responsabilità.
La sfida più importante è sempre operare per il bene e assumersi una responsabilità. Il bene bisogna costruirlo, giorno dopo giorno, ognuno a partire dalle proprie possibilità.
Da questo comportamento derivano una gioia personale e, soprattutto, un miglioramento del mondo circostante. Quando si aiuta l’altro in difficoltà, si arricchisce l’intera società. Ci si sente veramente soddisfatti immaginando di poter vivere in un mondo dove tutti sono disponibili verso l’altro, senza per questo chiedere delle contropartite. Non esiste una simmetria del bene, un do ut des, un dare per avere in cambio, ma soltanto un gusto nel farlo.