Nuove pagine dei report dall’India che riceviamo dai nostri volontari Irene Giorgi e Massimo Bettini, partiti il 26 dicembre scorso per verificare progetti e sostegni a distanza, incontrare i nostri referenti e i bambini sostenuti. Resteranno fino a marzo, stanno facendo un lavoro importante e intenso. VI racconteremo, vi racconteranno al loro ritorno. Li seguiamo anche sulla nostra pagina Facebook Bhalobasa Onlus con l’hashtag #conmassimoeirene.
10 febbraio
Ieri pomeriggio abbiamo lasciato il CCC (con un po’ di tristezza, perché lasciare questi bimbi che ormai ci considerano i loro nonni è sempre difficile) con la promessa di tornare presto.
Ci siamo trasferiti a Nuta, un villaggio a una mezz’ora di distanza, nella casa parrocchiale dove abbiamo trascorso diversi giorni anche gli anni scorsi e dove vive Father Wilson, caro amico nostro e dell’associazione. Lui adesso lavora tutta la settimana a Kolkata e a portare avanti la parrocchia c’è Father Abind, che abbiamo conosciuto nei giorni scorsi perché ci ha accompagnato a Shantinagar. È molto premuroso e sa cucinare bene. Imparerò da lui a preparare qualche altro piatto indiano. Oggi è mercoledì delle ceneri e fra poco ci sarà la Messa (sono quasi le 10 di mattina). Le Messe dei villaggi mi piacciono molto perché c’è un’atmosfera serena. La gente, seduta in terra, le donne da un lato, gli uomini dall’altro, prega con molta concentrazione, cantano molto, al suono di tamburi, di cembali e di quelle pianoline ad aria che usano qui, i canti sono quasi sempre allegri e ritmati. Poi ci sono i bambini piccoli che girano un po’ per la chiesa, quelli piccolissimi in collo alle madri o ai padri, spesso addormentati, quelli un po’ più grandi vicino all’altare. Anche se alcune cose sono diverse rispetto alle nostre Messe (a partire dalla durata, oggi ad esempio due ore abbondanti) mi sento un po’ a casa, o meglio nella mia chiesa di Putignano!
12 febbraio
Ieri mentre eravamo in macchina per tornare da una riunione in una città vicina, abbiamo visto una grossa scimmia che passava tra le case di un paese, e dopo, in campagna, anche uno sciacallo ha attraversato la strada davanti a noi. Gli animali selvatici mi colpiscono quando li vediamo, a differenza di quelle domestici a cui ormai sono abituata perché qui sono dappertutto. Ma lo sapete, mucche, capre, anatre, polli e cani qui sono dovunque, per le stradine di campagna e sulle strade asfaltate, nei villaggi e nelle grandi città. A volte per strada vediamo dei cani morti finiti sotto le ruote di qualche veicolo, ma gli altri animali vengono rispettati, se attraversano la strada le auto e le motociclette si fermano o li evitano. L’altro giorno in superstrada un poliziotto ha fermato il traffico per far attraversare un gruppo di mucche!
Oggi andiamo con padre Abind che celebra la Messa in uno dei circa 90 villaggi che fanno parte di questa parrocchia. Molti di questi villaggi sono molto lontani da Nuta, anche 20-30 km, e molte persone non riescono a venire spesso alla Messa la domenica. I preti delle parrocchie di campagna quasi ogni giorno vanno in un villaggio diverso a celebrare per le famiglie cattoliche di quella zona. Qui ancora i cattolici sono pochi in percentuale (2-3%) e quindi per esempio in un villaggio con un centinaio di case ci possono essere da una o due fino a una decina famiglie cattoliche. I fedeli di 3 o 4 villaggi vicini si riuniscono e la messa viene celebrata all’aperto o nella stanza comunitaria (se c’è). Dopo, il prete (e oggi anche noi) mangia il pranzo a casa di qualcuno di loro.
Ora qui sta ricominciando a fare caldo. La temperatura arriva ai 28-30 gradi e anche il paesaggio cambia. I campi di senape (da cui qui ricavano l’olio) cominciano ad essere tagliati, le patate raccolte e il paddy (il riso) ad essere trapiantato. Ora la pianura ricomincia a diventare verde a perdita d’occhio almeno nelle zone dove c’è abbastanza acqua.