(racconti dal viaggio)
di Silvia Marini
Era il lontano 2009, quando, per la prima volta, visitai Luweero. Eravamo in tanti, con la testa piena di idee e con la voglia di cambiare il mondo. Avevamo programmato un incontro con le persone del luogo. C’erano tanti bambini, così cominciarono i giochi, le parole affettuose, gli scherzi e l’allegria. Improvvisammo un girotondo, mani intrecciate, cuori all’unisono, ma i bambini erano deboli, troppo debolì. Pochi passi e si fermarono. La fame li aveva fermati. L’allegria perse smalto e colore, divenne consapevolezza ed infine tristezza. Un sentimento di impotenza ci invase. Lasciammo quel luogo bellissimo e triste.
Ma niente è per sempre. Le cose cambiano. Qualche volta migliorano.
Sono tornata a Luweero ancora tre volte, l’ultima pochi giorni fa. Sotto la guida di menti illuminate e cuori generosi, si era verificata una radicale trasformazione. Laddove c’erano fame e desolazione, è sorto un villaggio vivace e innovativo, con le scuole, un dispensario, il mulino per i cereali e Lima Farm, la fattoria. Lima Farm è una vera e propria azienda zootecnica che produce mais, caffè, fagioli, kassava, arachidi, ortaggi e frutti di ogni sapore, che meravigliano i nostri occhi occidentali. Poi ci sono tanti animali: mucche, capre, maiali, pollame. Molte persone lavorano a Lima Farm, sebbene con mezzi arcaici e molta fatica, sotto lo sguardo attento e discreto di Father Anacleto, Father Manana, Father Gabriel, e tanti altri che nel tempo si sono succeduti.Gli abitanti del luogo hanno creato una cooperativa, costituita principalmente da donne. “Le donne di Santa Monica”, allo scopo di collaborare per perseguire il bene comune. E così la comunità si è arricchita di nuovi strumenti e nuovi saperi. C’è un dispensario con due infermiere in pianta stabile, nel quale, negli anni passati si è svolto uno studio sulla malnutrizione infantile. Sono state istituite le Vacational Schools, che propongono percorsi professionali finalizzati all’apprendimento di un mestiere ed offrono la concreta possibilità di diventare cuoco, sarto, parrucchiere, meccanico ed altro ancora…
Ma l’equilibrio è fragile, il funzionamento di strutture complesse richiede tempo, competenza e denaro!Emergenze nuove si profilano all’orizzonte. Negli ultimi mesi sono arrivati i profughi, in fuga dal Sud Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo; accolti e sostenuti dalla comunità locale, hanno portato un vento nuovo, non sempre di facile gestione.
Passo dopo passo, anno dopo anno, Bhalobasa ha visto crescere la relazione con la comunità di Luweero; così, con l’impegno, il dialogo e l’amicizia, quel girotondo triste è diventato un ricordo lontano