di Irene Giorgi
Burrabazar o Bara Bazar è un quartiere di Calcutta centro-nord, uno dei mercati all’ingrosso più grandi dell’India, in cui fanno affari più di 50.000 commercianti provenienti da tutto il paese. Al seguito dei grossisti e degli affaristi ci sono guardie del corpo e individui deputati alla protezione di chi riscuote denaro; questi, nel tempo, hanno dato origine a racket di scommesse e a estorsioni. Negli ultimi anni si sono formate vere e proprie bande criminali per estorcere denaro e dedicarsi ad altre forme di attività criminali. La Polizia ha gravi difficoltà a contrastare questi fenomeni.
In questo contesto lavorano innumerevoli facchini e conducenti di carretti a mano che trasportano merci e si occupano anche di caricarle e scaricarle su piccoli camion. Ce ne sono migliaia che ogni giorno spingono, tirano e guidano le merci attraverso il mercato. Le portano dai camion ai magazzini, dai magazzini ai negozi e da un negozio all’altro. La maggior parte di questi guidatori di carretti a mano e di risciò guadagnano pochissimo e vivono con le famiglie sui marciapiedi o in rifugi temporanei, e i loro figli, non avendo un’abitazione, cibo e vestiti adeguati, non considerano l’istruzione una priorità. Perciò abbandonano la scuola o non la cominciano affatto, diventando spesso minori – lavoratori. Tutti questi bimbi, il cui unico rifugio sono i teli di plastica o le baracche di fortuna, vengono a volte abbandonati e corrono un alto rischio di abusi, sfruttamento e tratta di minori.
Noi sappiamo però che attraverso l’educazione la loro vita può cambiare.
Per questo è nato il Centro Educativo “Albero della Conoscenza”, che raccoglie 50 bambini disagiati della zona descritta. In aule ricavate in un edificio presente nel cortile della Cattedrale di Calcutta, i bambini imparano a leggere, a scrivere, a parlare l’inglese, apprendono le materie scolastiche necessarie per essere ammessi alla classe VI di una buona scuola e quindi continuare gli studi.
Ma è fondamentale che i bambini studino senza soffrire i morsi della fame e che i loro bisogni nutrizionali siano soddisfatti.
L’associazione Bhalobasa, su richiesta del direttore del Centro, si propone di pagare un pasto ai 50 bimbi che frequentano questo Centro.
La spesa prevista è di circa 2.500 euro all’anno.
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