Giorno di sole d’inverno limpido e di emozioni, di luci degli occhi e dell’anima, di finestre adornate e canti di stagione. Questo e molto di più il pranzo annuale del Bhalobasa alla Nuova Primavera a Forcoli, domenica 27 novembre. Giorno di progetti concreti che iniziano a divenire realtà, di volontari, a curare, allestire, raccontare, di ospiti graditi a festeggiare, condividere, tenerci per mano. Festeggiavamo i vent’anni del Bhalo, vent’anni di sostegni a distanza, di scambi, ascolto, accoglienza, contaminazione, solidarietà e aiuto reciproco. Vent’anni di sogni che bisognava sognare. E’ stato emozionante festeggiarli insieme a più di 500 amici, alle autorità civili e religiose, alle suore indiane, alla loro allegria, ai loro balli che sono divenuti anche nostri.
Difficile raccontare tutto. Ancor più difficile raccontare vent’anni. Alessandro Cipriano, presidente dell’associazione, ha preferito raccontare alcune storie di Bhalobasa, che poi sono storie di vita, vera, concreta, vissuta. Quella di Bimola, 18 anni, prima ragazza delle tribù Santhali che ha conseguito il premio come miglior studente del West Bengala. Della sua fierezza, del “modo con cui ci guardava negli occhi”. Quella di Sounil, un amico conosciuto quando aveva 15 anni, in un momento particolare, la malattia della sorella. Sounil ci ha insegnato molto. Ha ricordato, nelle celebrazioni del ventennale, quel momento. Ha detto davanti a tremila persone che si vergognava perché era sporco e sua madre non all’altezza di noi ospiti occidentali. E’ un amico che incontriamo quasi in ogni viaggio, lavora come fabbro e si tassa per pagare il percorso scolastico ad una bambina delle tribù. Col suo lavoro ha sollevato la famiglia dal villaggio. Lui è l’emblema del cerchio che si chiude! Infine Badhol. Siamo al primo progetto del Bhalobasa, c’è un ragazzo giovanissimo che sogna un futuro diverso. Vive in un magazzino, con un generatore, fra topi e sporcizia. Armando e Orson stanno costruendo il loro primo progetto. Passano un po’ di anni. 2011, viaggio del ventennale, Badhol è sposato con 2 figli. Siamo ospiti della sua terra. Non ha ancora finito il suo discorso di ringraziamento che tutti (lui e noi) siamo già in lacrime. Una storia singola, semplice, di una sola persona che forse però riesce a divenire esemplare e generale, ricerca di senso e fierezza.
Ricerca di senso, fierezza e molto altro anche nelle parole di Don Armando Zappolini, fondatore e presidente onorario dell’associazione. Armando ricorda come la povertà non si combatte solo con la carità e le opere buone, ma combattendo le ingiustizie. Il nostro paese ha conosciuto un tempo di vergogna. Ora è il tempo di una svolta di cultura e di mentalità. Un tempo di legalità, di patrimoniale che vuol dire maggiore giustizia sociale, di cittadinanza per tutti i bambini nati in Italia, qualsiasi sia la nazionalità di provenienza dei genitori.
La giornata volge verso il termine. Tanti abbracci, altri balli, corone di fiori colorati, occhi lucidi e sorrisi. Una storia lunga vent’anni che ha tutta l’aria di voler continuare e crescere e prosperare.
Storie che vorremmo potessero durare un tempo lungo, almeno il tempo di un intero ciclo scolastico, ma anche di più, il tempo di un’amicizia, di una vicinanza, di una vita ben vissuta.
Sapendo che chi sostiene a distanza è vicino ogni giorno!
Obiettivo della giornata: il ricavato del pranzo sarà impiegato per la costruzione di un dormitorio nella Precious College School. Il complesso scolastico si trova nel distretto di Wakiso, in Uganda, vicino alla capitale Kampala, ed è sostenuto dal Bhalobasa dal 2004. Con questo progetto torniamo, ancora una volta, alle origini del nostro impegno, ormai ventennale: la promozione dell’istruzione. Perché solo permettendo ai bambini di andare a scuola e di conoscere possiamo innescare quel processo di consapevolezza che conduce a uno sviluppo