Siamo molto preoccupati per la nuova emergenza che sta vivendo la Repubblica Democratica del Congo. Oltre all’epidemia di Ebola (fronteggiata con massicce campagne di vaccinazione rese però difficili dagli scontri delle milizie, in primis l’ADF la più forte e minacciosa, che riprendono con frequenza, anche in zone dove operiamo) corrono un serio rischio circa 80.000 bambini dopo essere stati rimpatriati dall’Angola, insieme alle loro famiglie. Erano fuggiti da una situazione di violenza, ma hanno dovuto forzatamente affrontare lunghi viaggi in condizioni precarie, spesso senza cibo né acqua, privi di cure e a lungo anche di qualsiasi istruzione.
UNICEF ha lanciato l’allarme, soprattutto per quanto riguarda le Province di Kasai e anche di Kwango. Sta provvedendo a installare punti per l’acqua sicura da bere e per la pulizia delle mani e rifugi di emergenza in 27 luoghi per accogliere la popolazione. Sta inoltre provvedendo:
– alla distribuzione di 227.000 zanzariere per prevenire la malaria;
– al trattamento dei casi di malnutrizione acuta grave tra i bambini sotto i 5 anni;
– alle vaccinazioni preventive contro il morbillo per i bambini tra i 6 e i 59 mesi;
– alla costruzione di spazi per l’apprendimento per i bambini in età scolare;
– all’identificazione e la riunificazione dei bambini non accompagnati.
Non c’è mai pace per la Repubblica Democratica del Congo, dove siamo riusciti, proprio a causa di continui problemi e instabilità, a tornare l’estate scorsa con un viaggio solo tecnico e volontari molto esperti.
❇️ Il 16 novembre, in occasione del report di viaggio in Uganda, Tanzania (viaggio aperto per il gruppo più numeroso) e in R.D. Congo (viaggio chiuso, riservato a tre volontari esperti) affronteremo anche questa situazione. Sperando che in questo periodo le condizioni di questi bambini e delle loro famiglie possa migliorare grazie all’intervento di UNICEF e si scongiurino, con le misure messe in atto, nuove epidemie arginando al contempo la malnutrizione infantile, purtroppo dilagante.