di Irene Giorgi
I primi giorni a Kolkata sono stati già intensi per gli incontri, le emozioni, le facce dei bambini.
Abbiamo visitato uno slum che si snoda lungo la ferrovia e dove la nostra associazione sostiene diversi ragazzi, a uno dei quali, studente di ingegneria informatica, abbiamo donato un computer. L’incontro, avvenuto all’interno della piccolissima abitazione della famiglia, è stato molto coinvolgente.
La giornata è poi continuata con la visita ai luoghi di madre Teresa, Mother House e Shishu Bavan (orfanatrofio) che ospita bambini con gravi disabilità.
Venerdì, recuperato un po’ di sonno e quindi con lo sguardo più limpido, siamo andati nel quartiere vicino al ponte nuovo sul fiume Hoogly, visitando le attività dell’associazione Gloria: prima l’ambulatorio dove sono medici, anche specialisti, che settimanalmente visitano le persone anche del vicino slum. Ci sono un ortopedico, un oculista, un diabetologo, un ginecologo e un medico di medicina generale, presente quasi tutti i giorni. La nostra associazione contribuisce all’acquisto dei medicinali necessari per l’attività.
Siamo poi entrati nello slum dove abbiamo incontrato le ragazze e i ragazzi della scuola gestita dai frati salesiani, che hanno allestito un piccolo spettacolo, di danze, canti e recite.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato i ragazzi sostenuti da Bhalobasa che fanno riferimento alla parrocchia vicina alla Hoovra station, una delle stazioni ferroviarie più grandi del mondo. Anche qui hanno cantato per noi e si sono presentati individualmente. Una ragazza ha appena finito l’università e sta per cominciare un Master per diventare insegnante.
Le emozioni sono già state tante e sono state condivise con la nostra amica Sharmistha, referente di Bhalobasa in India insieme a Rakesh, e con Simone Di Loreto, uno studente romano che si sta laureando con una tesi sull’impatto sociale del sostegno a distanza.