Le accuse alle ONG che salvavano vite? 7 anni per dichiararle false!
di Alessandro Cipriano
Le accuse di collusione con i trafficanti alle Organizzazioni non Governative (ONG) che salvavano vite nel Mediterraneo? Era il 2017, sette anni fa e non era vero niente!
Vi ricordate i “taxi del mare”?
Ad aprile 2024, la procura di Trapani ha chiesto il non luogo a procedere e il dissequestro della nave Iuventa, ferma appunto da sette anni. Ad oggi nessuna delle indagini per confermare questo sospetto ha prodotto risultati. Se esiste un fattore che favorisce l’immigrazione attraverso le acque del Mediterraneo di sicuro non sono le ONG, nessuno è mai riuscito a dimostrarlo.
I motivi per parlare di questa cosa come Bhalobasa sono tanti.
Uno di questi ci sta molto a cuore e parte da molto lontano: il 26 Marzo 2017 consegnammo il nostro Premio Alessandra a Stefano Spinelli
(link: https://www.bhalobasa.it/2017/02/premio-alessandra-stefano-spinelli-r4a/).
Un medico a quel tempo appena laureato che lavorava come cooperante di Rainbow for Africa, una ONG torinese impegnata anche nel soccorso dei migranti in mare, oltreché in missioni umanitarie e formazione sanitaria in molte parti del mondo. Il suo lavoro, fra gli altri, fu anche sulla nave Iuventa. Questo grande impegno per i migranti nel Mediterraneo fu uno dei principali motivi che portarono alla consegna del premio. In quegli anni il tema dei migranti era molto caldo e, come Bhalobasa, volevamo sottolineare il valore di chi, come Stefano, si impegnava nel salvarli, di chi, come Stefano, non si lasciava travolgere dalla spirale di odio che circondava le storie di queste donne, uomini e bambini che rischiavano la vita per fuggire da fame, torture, morte…
Stefano Spinelli, subito dopo la consegna del premio diventò imputato di quel processo. Accusato ingiustamente (ora lo possiamo dire) di aver intessuto rapporti con i trafficanti favorendo l’immigrazione clandestina. Sono stati anni duri per Stefano che però non ha smesso di lavorare e di fornire aiuto a chi soffre. In questi anni siamo stati con lui, certi della sua innocenza come di quella di tutti coloro che sono stati coinvolti. È stato bello vedere Stefano festeggiare e gioire per la conclusione di questa brutta storia.
Se è vero che questa è una storia che è finita bene, ci sono tante cose tristi che sono scaturite da questa avventura.
In primo luogo la nave Iuventa è stata sequestrata per sette anni, ora è inutilizzabile. Soprattutto, però, in questi sette anni non ha potuto compiere quella che era la sua missione: salvare le vite in mare. Quello che stiamo vedendo, come associazioni impegnate nel soccorso “a casa loro” delle popolazioni meno fortunate di noi, è che spesso, la soluzione migliore per negare un problema è non parlarne. Oggi si parla molto meno dei migranti che muoiono nel Mediterraneo, ma il problema è tutt’altro che risolto.
Con lo stesso stile, ed è la seconda brutta notizia di questa storia, moltissimi giornali (non tutti) non hanno dato spazio a questa notizia a scapito di una visibilità mediatica enorme quando le accuse (false, ora possiamo dirlo) emersero dalle indagini.
Ora tutti si ricordano dei sospetti sui “taxi del mare”, pochissimi sanno, però, che i sospetti erano totalmente infondati. I media hanno una responsabilità enorme per questo tipo di informazione a senso unico. Come Bhalobasa, nel nostro piccolo, vogliamo ricordare che ad oggi non esistono prove della connessione fra ONG e trafficanti, che queste organizzazioni non hanno fatto altro che quello che l’Umanità dovrebbe fare: salvare altre vite umane in difficoltà. Noi siamo stati e saremo sempre da questa parte. E saremo sempre dalla parte di chi, come Stefano Spinelli e tutti i suoi colleghi, mettono la vita umana, il soccorso, l’aiuto e l’accoglienza come priorità rispetto a tutto il resto.
Grazie Stefano, il premio Alessandra lo meritavi sette anni fa e lo meriti ancora di più adesso.